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Libri dal comò

Diario di un ragazzo invisibile

di Hélène Vignal

Vivien Moujoud è un dolcissimo ragazzo di 11 che ha da poco iniziato la prima media a Parigi. Ha una famiglia davvero numerosa e ingombrante. In casa (così come in macchina) oltre a lui, alla mamma, al papà, al fratello si ritrovano di continuo anche nonni e un numero imprecisato di cugini e zii.
Per questo Vivien passa spesso inosservato: “Come in spiaggia l’estate dei miei quattro anni.
Come migliaia di volte nella mia vita: quando il ciclista che mi aveva investito ripeteva «Non l’ho visto, non l’ho visto»; quando in panetteria chiedono cosa vuole alla persona che è in fila dietro di me; quando si dimenticano di servirmi a tavola; quando all’appello saltano il mio cognome; quando conta e riconta, non riescono mai a capire chi manchi (io); quando si dimenticano il mio compleanno; quando aspetto due ore davanti alla scuola” Verso i dieci anni Vivien si dà una spiegazione per tutto questo: di sicuro ha un dono, quello dell’invisibilità.

“Il fatto di essere sempre ignorato alla fine mi ha intristito. Cioè non subito subito, ma verso i
nove anni ho cominciato a deprimermi seriamente. Quando ci penso, che idiota che sono
stato! Quando penso a quello che mi sono raccontato di me stesso, mentre in realtà sono un
tipo eccezionale”.


E come uno scienziato annota tutto sul suo registro. Grazie ad esso il lettore ripercorre alcuni momenti della vita di Vivien e non può che provare un enorme tenerezza per l’ingenuità di questo fantasioso protagonista.

Episodio della spilla
Età: 10 anno e ¾
Cosa è successo: la spilla che ho dato in mano a mia madre, il giorno del suo compleanno, è
rimasta incartata sul buffet per due settimane.
Risultato: quando sedi invisibile, puoi contaminare degli oggetti, che diventano a loro volta
invisibili.

Episodio della depressione
Età: 10 anno e ¾
Cosa è successo: depressione
Risultato: nessuno vede che sono depresso, anche se tutti lo avevano notato quando lo era
stato Marc. Essere invisibile avere depressioni invisibili.

Héléne Vignal torna con un nuovo e tenerissimo romanzo breve. Ancora una volta l’autrice affronta temi seri senza però alcun tipo di patetismo, anzi con quel briciolo di ironia che porta il lettore ad empatizzare con il protagonista senza ridicolizzarlo.


Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.

Julia e lo squalo

di Kiran Millwood Hargrave

Julia e lo squalo - Ragazzi Mondadori

«Mi chiamo Julia. Questa è la storia dell’estate in cui persi mia madre e trovai uno squalo più antico degli alberi.»

Julia si trasferisce per un breve periodo estivo con i suoi genitori su un’isola sperduta delle Shetland

«Per trovare le Shetland su una mappa, cominciate dalla nostra casa a Hayle, in Cornovaglia, e muovete il dito diagonalmente in su, su e poi a destra, finché non trovate delle isole sparpagliate in giro come schizzi d’inchiostro. Quelle sono le Orkney. Andate più lontano e troverete altre isole sparpagliate. Le Shetland»

Il padre infatti deve programmare il vecchio faro per farlo funzionare autonomamente. La mamma, una biologa marina, ne approfitta per cercare lo squalo della Groelandia.

Dietro il desiderio professionale di trovare l’animale capace di vivere oltre i quattrocento anni, la mamma di Julia nasconde un segreto personale: sembrerebbe infatti che il raro squalo della Groelandia muovendosi lentamente possa rallentare il tempo. Così la mamma vorrebbe studiarlo per scoprire come rallentare le malattie di degenerazione come la demenza precoce che ha colpito la nonna di Julia quando era ancora giovane.

«Sembra si muovano così lentamente da riuscire davvero a rallentare il tempo. E alcuni ricercatori credono che possiamo scoprire cosa causa tutto questo, e usarlo per rallentare il tempo anche per gli umani»

Julia è incantata dalle storie marine che la mamma le racconta da quando è piccola e  che lei custodisce all’interno di un taccuino giallo, ma è ancora più affascinata dalla madre stessa tanto da idealizzarla. Purtroppo la mamma alterna momenti di grande euforia e amorevolezza a momenti di rabbia e enorme tristezza in cui è scostante nei confronti della figlia chiudendosi in se stessa e nei suoi silenzi.

Questo farà soffrire Julia, ma la spingerà anche ad affrontare sfide più grandi di lei che l’aiuteranno a crescere e a trovare se stessa.

«Come ho trovato lo squalo, ho trovato la mia vera mamma, con le sue complicazioni e i suoi grovigli e le sue lacrime, e le voglio bene come non mai. Forse di più.»

Un bellissimo romanzo di formazione, carico di emotività che affronta temi delicati come il rapporto madre-figlia, la malattia mentale, ma anche il bullismo e il razzismo.

Sara Pompili

Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio. Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.


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