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L’ARTE DI ANDARE IN PEZZI

Libri dal comò. Consigli di lettura

E mentre i miei due amici proseguono nel loro allegro battibecco, io continuo
a camminare, da solo. Senza problemi. Basta fare un primo passo, ignorare il
dolore, e andare avanti. Forse è proprio questo il segreto di tutto. Fai un
primo passo. Ignora il dolore. E vai avanti…

 

Non è facile affrontare il dolore inaspettato soprattutto a tredici anni, il primo istinto è quello di scappare o di chiudersi in se stessi. 
È quello che accade ai tre protagonisti, Oliver, Noah e Riley del romanzo corale di Paul Acampora “L’arte di andare in pezzi” con la traduzione di Aurelia Martelli, edito Giralangolo.
Oliver che ha perso sua sorella Carmen, malata di cancro, e non riesce a tornare alla vita di prima, manca da scuola da tante settimane; Noah, ragazzo brillante, a causa del divorzio dei genitori che ha portato un padre lontano e una mamma apatica, dopo tanti anni di homeschooling, decide di iscriversi a scuola; Riley fuggita da Philadelphia dopo aver assistito ad una rapina nel negozio dove lavorava la madre.
Tutti e tre sono i nuovi arrivati alla scuola pubblica di West Beacon (in qualche modo anche Oliver lo è perché fatica a reinserirsi nella vita scolastica di tutti i giorni dopo il lutto, non prova più molto interesse per gli amici di sempre e per il football dove è il miglior giocatore della scuola ) e proprio la loro solitudine e le lezioni di arte del professor Martin li faranno conoscere e diventare amici.
Giorno dopo giorno i tre adolescenti cominciano a rimettere insieme i pezzi rotti delle loro vite proprio come un vaso di argilla caduto. Ma non basta incollare i pezzi tra loro affinché tutto il dolore incontrato si plachi. Ed è soprattutto Oliver a sperimentarlo, lui più degli altri, perché più volte viene colpito da sofferenze e situazioni inaspettate che gli stravolgeranno una vita programmata. Ed ecco che tutti insieme (e grazie anche all’aiuto di adulti presenti e maturi come il professor Martin e padre Pete ) capiranno che non basta tenere insieme i pezzi, ciò che si è rotto non si può aggiustare, non si rimette insieme il passato, ma si possono raccogliere i pezzi rotti, rimettersi in piedi e andare avanti. Come un vaso di argilla rotto e aggiustato con la colla, resterà per sempre un vaso rotto, così le crepe resteranno, ma da quelle crepe si può ripartire.

A cura di Una cartella di libri

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L’arte di andare in pezzi, di Paul Acampora, Giralangolo, 2024

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GRANDE, BRO!

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

Diciamo affini quelle sostanze che, incontrandosi, subito si compenetrano e si influenzano vicendevolmente.

 (Le affinità elettive, J.W.Goethe)

Ecco questa è proprio l’amicizia che Jenny Jägerfeld ci racconta nel suo ultimo romanzo “Grande, Bro!”.

Mäns, protagonista e voce narrante della storia, accompagna il lettore nel ricordo delle sue vacanze estive.

A causa del lavoro della mamma, doppiatrice di cartoni, Mäns trascorre l’estate a Malmö. Qui fa la conoscenza di un suo coetaneo Mikkel, un ragazzo completamente diverso da lui. Tatuato dalla testa ai piedi, con un vocabolario colorito e gli occhi che luccicano come quelli di un lupo.

Sensibile e prudente l’uno, spavaldo e impavido l’altro. Mikkel rappresenta quasi un alter ego per Mäns. Nonostante i due siano l’uno l’opposto dell’altro tra loro nasce subito una grande affinità. Dopo una battle tra skater a colpi di ollie, kickflip e un boardslide, in cui Mäns si procura una bella commozione cerebrale a causa della caduta dove sbatte violentemente la testa, i due stringono un patto di sangue. Da quel momento diventano fratelli di sangue e non si separeranno per tutta l’estate. Tanti sono i momenti di condivisione tra i due: il parco degli skater, le giornate passate in casa di Mikkel insieme al fratello Simpson aspirante tatuatore e Nora, la babysitter di Mäns, il lavoro di dog sitter, la gita al parco divertimenti di Copenaghen, la giornata al mare.

Mäns ci racconta la gioia di aver trovato un amico vero, un fratello. Sì, è vero a Stoccolma aveva Oliver un amico gentile a cui voleva bene, ma sentiva che mancava qualcosa tra loro, seppur Mäns voleva bene ad Oliver, non era Mikkel.

Jenny Jägerfeld racconta con grande delicatezza il legame di amicizia tra Mäns e Mikkel, un’amicizia fatta di momenti spensierati, di pura gioia, ma anche di incomprensioni, delusioni, sofferenze in cui cercare  il modo di spiegarsi, mostrare ognuno il proprio punto di vista all’altro.

“Grande, Bro!” risulta davvero un gioiellino.

 Già la scelta della focalizzazione interna con un protagonista che dà del “tu” al lettore risulta azzeccata per raccontare dall’interno un’estate indimenticabile. Inoltre l’autrice costruisce ad arte la struttura narrativa facendo confidare a Mäns al lettore un aspetto della sua storia (che ovviamente non racconterò e se non volete sapere nulla non leggete la quarta di copertina) che si rivela un colpo di scena ben architettato perché lascia il lettore senza parole, non tanto per quello che Mäns rivela, ma proprio per come l’autrice ha impostato l’impianto narrativo, senza alcuna aspettativa da parte del lettore e senza alcun intento didascalico.

Un romanzo ben costruito, delicato e ironico che racconta l’inizio di una bella amicizia e regala al lettore diversi piani di lettura.

A cura di Una cartella di libri

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GRANDE, BRO! di Jenny Jägerfeld, Iperborea, 2024

 

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