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LA GUERRA DI SAFIYYAH

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

Ciascuano di noi è chiamato a fare delle scelte, amore mio, ogni giorno.

Bivi sul nostro cammino, svolte e deviazioni lungo la strada.

A volte non c’è una mappa di carta da seguire, ma in definitiva l’unica che conta davvero è quella che abbiamo dentro

Queste parole  esemplificano bene il cuore e l’ardore della giovane protagonista del romanzo “La guerra di Safiyyah” di Hiba Noor Kahn, con la traduzione di Clara Serretta, edito La nuova frontiera junior.

Siamo a Parigi durante il periodo dell’occupazione nazista, Safiyyah una giovane ragazza musulmana con una grande passione per le mappe (elemento che sarà fondamentale nel romanzo) conduce una vita felice fatta di chiacchiere con la sua amica Isabel, consigli da parte dell’amata nonna Setti, letture di libri che la bibliotecaria Madame Odette le tiene da parte in base alle sue passioni e le visite all’anziano Mounsier Cassin, studioso di botanica.

Ben presto la sua vita cambia. Dall’interno della moschea dove vive, comincia a percepire e a vivere i grandi cambiamenti causati dalla guerra e dall’occupazione nazista. Tutto inizia dalla partenza della sua amica Isabel, che in quanto ebrea si trasferisce con la famiglia nella campagna londinese; per poi passare all’irruzione dei soldati tedeschi in casa di Mounsier Cassin, anch’esso ebreo; e proseguire con i bombardamenti aerei, la mancanza e il razionamento di cibo. Suo padre, Baba, insieme ad altri membri della comunità, decide di aiutare in segreto gli ebrei come meglio può, sicuro che, per paura di una rivolta dei musulmani in Nord Africa, nessuno avrebbe toccato la moschea con la sua comunità. Safiyyah assiste impotente e con una grande rabbia nel cuore a tutto quello che sta succedendo a persone innocenti fino a quando, scoperti i piani del padre, insisterà per poter fare la sua parte.

Il ritmo narrativo è disteso con picchi in cui la tensione sale e la storia scorre velocemente tenendo il lettore con il fiato sospeso.

Con Safiyyah non siamo di fronte ad una ragazza sicura di sé che sa cosa fare in ogni situazione, spavalda e coraggiosa. Al contrario Safiyyah è insicura e spaventata, per quello che sta accadendo nella sua città e per lo stravolgimento della sua vita, ma è animata dal desiderio di poter fare qualcosa, di potersi rendere utile, non ce la fa a sentirsi impotente di fronte a tutte le ingiustizie a cui assiste ed essendo molto ingenua e istintiva spesso finisce per mettersi nei guai.

Anche i personaggi secondari  sono ben costruiti tanto da rimanere nel cuore di chi legge dalla dolcezza di Madame Odette, alla Saggezza di Setti, la delicatezza di Monsieur Cassin, il coraggio di Timothée, la fragilità di Hana.

Un romanzo che ripercorre la Storia e consente ai giovani lettori di scoprire una realtà non ancora così conosciuta, come quella degli aiuti che i musulmani diedero agli ebrei, e che può accompagnare i nostri ragazzi e le nostre ragazze, grazie ad un racconto così puntuale e avvincente, nello studio dei fatti storici oltre che godere ovviamente di una bella storia.

A cura di Una cartella di libri

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LA GUERRA DI SAFIYYAH, di Hiba Noor Khan, La Nuova Frontiera Junior, 2024

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L’ARTE DI ANDARE IN PEZZI

Libri dal comò. Consigli di lettura

E mentre i miei due amici proseguono nel loro allegro battibecco, io continuo
a camminare, da solo. Senza problemi. Basta fare un primo passo, ignorare il
dolore, e andare avanti. Forse è proprio questo il segreto di tutto. Fai un
primo passo. Ignora il dolore. E vai avanti…

 

Non è facile affrontare il dolore inaspettato soprattutto a tredici anni, il primo istinto è quello di scappare o di chiudersi in se stessi. 
È quello che accade ai tre protagonisti, Oliver, Noah e Riley del romanzo corale di Paul Acampora “L’arte di andare in pezzi” con la traduzione di Aurelia Martelli, edito Giralangolo.
Oliver che ha perso sua sorella Carmen, malata di cancro, e non riesce a tornare alla vita di prima, manca da scuola da tante settimane; Noah, ragazzo brillante, a causa del divorzio dei genitori che ha portato un padre lontano e una mamma apatica, dopo tanti anni di homeschooling, decide di iscriversi a scuola; Riley fuggita da Philadelphia dopo aver assistito ad una rapina nel negozio dove lavorava la madre.
Tutti e tre sono i nuovi arrivati alla scuola pubblica di West Beacon (in qualche modo anche Oliver lo è perché fatica a reinserirsi nella vita scolastica di tutti i giorni dopo il lutto, non prova più molto interesse per gli amici di sempre e per il football dove è il miglior giocatore della scuola ) e proprio la loro solitudine e le lezioni di arte del professor Martin li faranno conoscere e diventare amici.
Giorno dopo giorno i tre adolescenti cominciano a rimettere insieme i pezzi rotti delle loro vite proprio come un vaso di argilla caduto. Ma non basta incollare i pezzi tra loro affinché tutto il dolore incontrato si plachi. Ed è soprattutto Oliver a sperimentarlo, lui più degli altri, perché più volte viene colpito da sofferenze e situazioni inaspettate che gli stravolgeranno una vita programmata. Ed ecco che tutti insieme (e grazie anche all’aiuto di adulti presenti e maturi come il professor Martin e padre Pete ) capiranno che non basta tenere insieme i pezzi, ciò che si è rotto non si può aggiustare, non si rimette insieme il passato, ma si possono raccogliere i pezzi rotti, rimettersi in piedi e andare avanti. Come un vaso di argilla rotto e aggiustato con la colla, resterà per sempre un vaso rotto, così le crepe resteranno, ma da quelle crepe si può ripartire.

A cura di Una cartella di libri

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L’arte di andare in pezzi, di Paul Acampora, Giralangolo, 2024

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SCINTILLA

Libri dal comò. Consigli di lettura

Consiglio di lettura - Nadia Terranova e Mariachiara di Giorgio - SCINTILLA

L’estate non è iniziata in modo felice per Antonio. La mamma, profondamente amante della Natura (ama la natura quasi quanto ama il figlio), deve partire per impedire la costruzione dei pilastri di un ponte autostradale che porterebbe all’estirpazione del bosco vicino al paesino in cui vivono, Panormo. Come accade sempre, quando parte, scompare senza dare notizie alla famiglia.

Il padre, pur tentando, non riesce come vorrebbe a rendere liete e spensierate le giornate del figlio. Antonio infatti, dopo uno strano sogno, preferisce restare in casa ad osservare il camino, dal quale una notte appare Scintilla, una bambina dai capelli di fuoco, che sembra proprio un piccolo fuoco.  Una bambina in carne ed ossa, non un fantasma, non un sogno, ma che solo Antonio riesce a vedere e che diventerà un magico legame tra lui e la mamma.

Se nel buio appare la «scintilla» che ci salva. L'ultimo libro di Nadia  Terranova - Gazzetta del Sud

Le giornate estive prendono una nuova svolta all’arrivo dell’eccentrica ma tanto attesa zia Adriana che arriva dal Galles inaspettatamente in compagnia di un ragazzo coetaneo del nipote, Anthony, inizialmente ostile e indifferente.

Per i primi giorni Antonio vedrà cadere anche l’unico spiraglio di felicità a cui aggrapparsi, ma ben presto i quattro riusciranno a trovare un equilibrio e una forte intesa che permetterà a tutti e quattro di vivere felicemente i giorni estivi.

Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio ci raccontano le vite e i pensieri di Antonio, Andrea, Adriana, Anthony e Alice attraverso due modalità narrative che si compenetrano: quello del testo e quello delle illustrazioni. Come già eravamo stati abituati con “Il segreto” (le cui illustrazioni erano realizzate da Mara Cerri) anche qui le raffinate illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio non accompagnano semplicemente il testo ma raccontano anch’esse la storia di Scintilla e Antonio (richiamando la modalità narrativa di Brian Selznick).

Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio, attraverso un romanzo fantastico e magico dal sapore estivo ci raccontano una storia di famiglia, progetti, sogni e di futuro delicata e poetica.

A cura di Una cartella di libri

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Scintilla, di Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio, Mondadori, 2024

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GRANDE, BRO!

Libri dal comò. Consigli di lettura

 

Diciamo affini quelle sostanze che, incontrandosi, subito si compenetrano e si influenzano vicendevolmente.

 (Le affinità elettive, J.W.Goethe)

Ecco questa è proprio l’amicizia che Jenny Jägerfeld ci racconta nel suo ultimo romanzo “Grande, Bro!”.

Mäns, protagonista e voce narrante della storia, accompagna il lettore nel ricordo delle sue vacanze estive.

A causa del lavoro della mamma, doppiatrice di cartoni, Mäns trascorre l’estate a Malmö. Qui fa la conoscenza di un suo coetaneo Mikkel, un ragazzo completamente diverso da lui. Tatuato dalla testa ai piedi, con un vocabolario colorito e gli occhi che luccicano come quelli di un lupo.

Sensibile e prudente l’uno, spavaldo e impavido l’altro. Mikkel rappresenta quasi un alter ego per Mäns. Nonostante i due siano l’uno l’opposto dell’altro tra loro nasce subito una grande affinità. Dopo una battle tra skater a colpi di ollie, kickflip e un boardslide, in cui Mäns si procura una bella commozione cerebrale a causa della caduta dove sbatte violentemente la testa, i due stringono un patto di sangue. Da quel momento diventano fratelli di sangue e non si separeranno per tutta l’estate. Tanti sono i momenti di condivisione tra i due: il parco degli skater, le giornate passate in casa di Mikkel insieme al fratello Simpson aspirante tatuatore e Nora, la babysitter di Mäns, il lavoro di dog sitter, la gita al parco divertimenti di Copenaghen, la giornata al mare.

Mäns ci racconta la gioia di aver trovato un amico vero, un fratello. Sì, è vero a Stoccolma aveva Oliver un amico gentile a cui voleva bene, ma sentiva che mancava qualcosa tra loro, seppur Mäns voleva bene ad Oliver, non era Mikkel.

Jenny Jägerfeld racconta con grande delicatezza il legame di amicizia tra Mäns e Mikkel, un’amicizia fatta di momenti spensierati, di pura gioia, ma anche di incomprensioni, delusioni, sofferenze in cui cercare  il modo di spiegarsi, mostrare ognuno il proprio punto di vista all’altro.

“Grande, Bro!” risulta davvero un gioiellino.

 Già la scelta della focalizzazione interna con un protagonista che dà del “tu” al lettore risulta azzeccata per raccontare dall’interno un’estate indimenticabile. Inoltre l’autrice costruisce ad arte la struttura narrativa facendo confidare a Mäns al lettore un aspetto della sua storia (che ovviamente non racconterò e se non volete sapere nulla non leggete la quarta di copertina) che si rivela un colpo di scena ben architettato perché lascia il lettore senza parole, non tanto per quello che Mäns rivela, ma proprio per come l’autrice ha impostato l’impianto narrativo, senza alcuna aspettativa da parte del lettore e senza alcun intento didascalico.

Un romanzo ben costruito, delicato e ironico che racconta l’inizio di una bella amicizia e regala al lettore diversi piani di lettura.

A cura di Una cartella di libri

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GRANDE, BRO! di Jenny Jägerfeld, Iperborea, 2024

 

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