Chi avrebbe mai pensato che un compleanno potesse trasformarsi in un giallo avvincente? “Livide zucche” di Malika Ferdjoukh ci porta nel cuore di un’ autunnale festa di famiglia, dove l’apparente calma della villa dei Coudrier viene improvvisamente spezzata da una scoperta macabra. La narrazione, che si sviluppa tutta nell’arco di una giornata, mescola sapientemente mistero e intrighi familiari.
È il 31 ottobre, e nella tenuta dei Coudrier si festeggia il compleanno del nonno Henri. La villa si riempie delle voci dei nipoti, cinque ragazzi tra i sei e i quindici anni, ciascuno con una personalità ben definita: c’è il curioso, il sognatore, la ribelle. Tutto sembra scorrere come da tradizione, tra zucche da intagliare e piccoli battibecchi familiari, finché durante una banale passeggiata nell’orto, i ragazzi si imbattono in un cadavere. Questo evento scatena un vortice di sospetti e segreti che cambieranno per sempre le dinamiche della famiglia.
“Livide zucche” è un giallo, ma raccontato in modo unico e originale. Ferdjoukh utilizza una tecnica narrativa che alterna diverse focalizzazioni, dando voce sia ai nipoti più grandi, Madeleine e Hermès, che parlano in prima persona, sia agli altri bambini più piccoli, per i quali l’autrice sceglie un narratore in terza persona. Questa scelta riflette la maturità e il punto di vista di ciascun personaggio: i più grandi interpretano e narrano con maggiore consapevolezza, mentre i più piccoli vivono gli eventi con ingenuità e spontaneità. Questa
molteplicità di prospettive arricchisce la narrazione, portando il lettore a immergersi completamente nelle dinamiche della famiglia Coudrier.
Il romanzo è costruito come un intreccio sapiente: la storia inizia con la morte di un uomo e pian piano, attraverso i racconti e le scoperte dei protagonisti, si svela chi fosse quella persona e quale legame avesse con il nonno e la famiglia. Il passato e il presente si intrecciano, portando il lettore a scoprire, oltre alla soluzione del mistero, anche i segreti e i non detti che permeano i legami familiari.
“Livide zucche” è un libro che unisce il piacere del giallo con la profondità di una storia familiare. Non è solo una questione di scoprire chi ha fatto cosa, ma anche di capire le dinamiche nascoste e i segreti che rendono ogni famiglia unica e complicata.
Ferdjoukh si dimostra una maestra nel costruire narrazioni che ruotano attorno a famiglie e dimore. Questo si ritrova anche in altre sue opere, come la saga delle Quattro sorelle, dove una casa diventa il fulcro della vita familiare, e in La fidanzata del fantasma, una storia pensata per lettori più giovani, in cui il mistero e i legami familiari si intrecciano in un contesto di passato e presente. Anche se qui la struttura narrativa è meno complessa, data la fascia d’età a cui è destinata, Ferdjoukh non rinuncia a rendere centrale il ruolo della casa,
del castello, come simbolo di memorie e segreti.
Infine, merita una menzione la copertina illustrata da Luca Tagliafico: un’immagine suggestiva e ricca di dettagli, che cattura perfettamente l’atmosfera autunnale e misteriosa del romanzo. Un invito visivo che anticipa, già a prima vista, le sfumature della storia che ci attende tra le sue pagine.
A cura di Una cartella di libri
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Livide zucche, di Malika Ferdjoukh, traduzione a cura di Orietta Mori, illustrazioni Luca Tagliafico Pension Lepic, 2024
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