Novembre 1944, tra i boschi delle Langhe il dodicenne Celeste gioca con la sorellina Flora all’Addestramento, un gioco di sopravvivenza per allenarsi ad un’eventuale chiamata alle armi da parte della Repubblica per difendere la patria attaccata dal nemico straniero e dai ribelli.
Celeste è infatti figlio del fascismo, i suoi motti preferiti sono “credere, obbedire, combattere” e sarebbe orgoglioso di potersi arruolare. Entrambi i genitori sono pronti a servire la Patria: il papà è al fronte a combattere nella campagna di Grecia; la mamma, rimasta a gestire l’osteria di famiglia, diventa le orecchie della Repubblica: ascolta e annota su un taccuino tutti i discorsi degli avventori dell’osteria per scoprire i possibili nemici della Repubblica.
Purtroppo il gioco di Celeste diventa reale. Un giorno, di ritorno dal suo rifugio, “La Tana del Lupo”, dove trascorreva le giornate a giocare con la sorellina, trova la casa in fiamme e la mamma riversa a terra con due macchie al centro del petto
“da cui era colato un liquido scuro che le aveva impiastricciato tutto”
Così inizia un viaggio per Celeste, un viaggio fisico tra le colline alla ricerca dei banditi, responsabili della morte della mamma, ma anche un viaggio personale che porta ad un forte dissidio interiore. Infatti Celeste durante il suo cammino fatto di pericoli e momenti dolorosi capirà che la Verità non è quella che gli è stata raccontata in famiglia e che i ribelli, o partigiani, e la Repubblica hanno due volti completamente differenti.
Un romanzo che consente di parlare ai ragazzi di un periodo difficile della nostra Storia italiana. Ed è un modo per accompagnare i giovani verso la lettura dei classici, come Beppe Fenoglio, che l’autore richiama nei Ringraziamenti finali
Sara Pompili
Con la borsa colma di libri, la mente piena di idee e un’inarrestabile passione per lo studio.
Così trascorro le mie giornate accanto ad una bimba fantasiosa e a scapestrati studenti dai quali imparo ogni giorno.